Impianto Gpl Autovetture: Come Funziona e le sue Limitazioni

 

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30/07/2015
 
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Impianto Gpl Autovetture: Come Funziona e le sue Limitazioni

Impianto Gpl Autovetture: Come Funziona e le sue Limitazioni

Scegliere un impianto Gpl ha numerosi vantaggi, in primis quello economico. Scopriamo come funziona e le possibili limitazioni

Acquistare un’autovettura con impianto Gpl è ormai una scelta consolidata e sempre più in ascesa anche nel nostro Paese. Il numero di immatricolazioni delle vetture a Gpl, negli ultimi anni, è infatti notevolmente aumentato, anche grazie ai numerosi incentivi proposti.

Il motivo principale che spinge un utente ad optare per questo tipo di carburante, è sicuramente il prezzo: il Gpl ha un costo – media annua nazionale - di circa €0,84 a litro, contro quello della benzina ormai arrivato a €1,50.

Se poi si aggiunge che il Gpl ha un impatto ambientale decisamente minore rispetto alla benzina, allora la scelta assume anche un valore ecosostenibile. Il Gpl infatti, ha un emissione di CO2 inferiore del 10% rispetto alla benzina, e non effonde idrocarburi policiclici e zolfo.

Ma come funziona un impianto Gpl?

L’impianto Gpl è a iniezione: è dotato di elettrovalvole che immettono il Gpl nel collettore di aspirazione, situato sopra la valvola. Prima degli iniettori c’è il riduttore o evaporatore, che ha il compito di portare il Gpl dallo stato liquido a quello gassoso a bassa pressione. Siccome tale processo, per compiersi ha bisogno dell’ausilio del calore, il riduttore è collegato all’impianto di raffreddamento del motore.

Il serbatoio e l’avviamento del motore

Il serbatoio degli impianti Gpl sono a forma toroidale, e sono situati nel retro dell’auto, specificatamente nel vano dove risiede la ruota di scorta.

L’avviamento del motore avviene sempre a benzina, il liquido di raffreddamento raggiunge una temperatura tale da permettere l’avviamento del riduttore, che avvia in automatico l’alimentazione a gas. In genere la temperatura richiesta per questo tipo di processo è di circa 35°. Ne consegue che il consumo di benzina, seppur minimo, è comunque da prevedersi, ed inoltre sarà maggiore in caso di brevi spostamenti e in presenza di temperature fredde.

Come avviene il passaggio da un carburante all’altro

Nell’abitacolo dell’autovettura viene montato un commutatore che, grazie a degli indicatori di livello a Led, permette di visualizzare il livello del Gpl presente nel serbatoio. Il commutatore permette di passare da un carburatore all’altro semplicemente premendo un piccolo tasto e, una volta esauritosi la quantità di Gpl disponibile nel serbatoio, avvia automaticamente il funzionamento a benzina.

Volendo quantificare la quantità di Gpl presente in un serbatoio, si può stimare una capienza di circa 38-45 litri.

Limitazioni e manutenzione di un impianto Gpl

Ovviamente come in tutte le scelte, anche optare per un impianto Gpl ha delle limitazioni.

Uno dei principali limiti è causato dalla scarsa ‘rete distributiva’, un problema che sta finalmente risolvendosi anche se non ancora in maniera definitiva. Negli ultimi anni infatti, l’implemento di distributori è in rapida ascesa, e inoltre le moderne autovetture, grazie al servizio satellitare Gps, riescono a localizzare i distributori presenti lungo il tragitto.

Un’altra limitazione è data dai controlli periodici del serbatoio, che per questi tipi impianti devono essere più frequenti. Fortunatamente però, le revisioni da effettuare sono rapide ed economiche, tra queste:

  •  La verifica della tenuta delle tubazioni
  • I raccordi del carburante
  • La sostituzione del filtro

L’ultimo ostacolo, se così si vuole definire, è la normativa del ministero dell’Interno del 22 novembre 2002, che sancisce la limitazione di parcheggio per le autovetture con impianti Gpl. Nei parcheggi pubblici infatti, tali vetture, sia esse omologate dalle cause automobilistiche o modificate dopo l’acquisto, possono essere parcheggiate solo fino al 1°piano intermedio, per motivi di sicurezza.

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